
E ricordo come fosse ieri il solito racconto. Un cane legato ad un carro. Il cane ha due possibilità: seguire armoniosamente la marcia del carro o resisterle. La strada da percorrere sarà la stessa in entrambi i casi; ma se ci si adegua all'andatura del carro, il tragitto sarà armonioso. Se, al contrario, si oppone resistenza, la nostra andatura sarà tortuosa, poiché saremo trascinati dal carro contro la nostra volontà. Ora ho capito che cazzo volevano dire pagine e pagine di etica e di falsi moralismi stoici. Ora sono riuscito e delineare secoli e secoli di un vocabolo svuotato del suo originario, quanto cruento significante. Stoico. Tre momenti. Nessuna gobba, neanche un ruggito e nemmeno un dente da latte. Cane, Carro e Corda. Il cane che è stato convinto di poter vivere solo due vite, quella del servile animale domestico e quella dell'illuso ribelle. Il carro che crede di decidere dove portare tutto il resto, ma vive sempre la stessa vita, gli stessi solchi logori di strada, lungo il medesimo tragitto. Un percorso per sua natura, circolare. E infine l'ultima casta, la Corda. Legata al carro, ma che stringe il suo cappio intorno al collo del cane il quale si crede ancora libero di scegliere. La Corda per non strisciare nel fango deve rimanere tesa e strozzare, sfinire il Cane, la Corda non si spezzerà mai e rimarrà sempre legata. Il sistema lo impone, quando un0 sta nel primo mondo, ci rimane, importa poco cosa succeda nel terzo. E allora lo Stoicismo dov'è? E' un'invenzione della Corda, apprezzata dal Carro e poi resa bandiera dal Cane. Tutto tradotto in armonia fra le classi, serenità fra ruoli. Molti provano sentimenti di pietà verso la vita del Cane, ma è patetico perchè non proverebbero a toccare neanche con un fibra del proprio corpo la strada. E una Corda, non diventerà mai Cane. Ognuno nel proprio mondo, ognuno con le sue non-scelte. I ruoli vanno rispettati sempre. Il Carro è il più curioso in fondo, è convinto di avere tutto davanti agli occhi, quando invece si perde un mondo dietro.
arbusti trova dei coetanei impiccati. Li guarda in faccia uno per uno. Non piange, non ha paura. Gli uomini hanno paura, le donne come lei no. C'è chi ha paura della paura stessa (cit), ma io ho paura delle parole di un massone. E' troppo semplice piangere davanti alla morte, Tina ha visto compagni uccisi, amiche torturate. Faceva la staffetta. Sono passati anni e anni, ha insegnato, da una donna, madre te lo aspetti. Ha allevato italiani, ma quello che colpisce di una madre non è quando partorisce ma quando ammonisce, spesso apprezzi quando percuote la coscienza della prole. E arrivo alla parte della storia che mi piace. Tina Anselmi ha combattuto Licio Gelli. La prima donna ministro, sconvolgente. Certi figli cattivi andavano messi in mano ad una madre. Forse degli errori sono stati fatti, forse non pochi errori sono stati fatti. Ma mi metto nei panni di una puttana come l'italia. Prima veniamo violentati, però dopo pagati. Allora funziona così, mettiamo fine alla guerra e poi boom economico. Fa sorridere, come se Planck andasse a cena un bracciante lucano, non volevamo un sistema, ma una volta che arriva Planck non gli diamo una sedia? Divago. Tina, ha cacciato a colazione i fascisti, ha accolto i massoni americani a pranzo come risposta, si è accorta che non avevamo invitato nessuno, ma la tavolata era troppo corta per rifiutare. La cena è pronta, tutto preparato ma i ragazzi sono in punizione e gli adulti mangiano i camera. Il Progetto è a posto. Siamo Democratici e purtroppo siamo Rinati, vallo a dire ad una madre. Volevo finire con qualche frase ad effetto sulla paura, ma Roosvelt stona con Tina. L'america sempre la solita storia. C'è sempre chi ha un muro da dipingere, a chi basta uno spazio piccolo, a chi serve qualcosa di enorme e poi c'è l'america che ha carta da parati per tutti. Ma io non ce l'ho con Tina,una donna sola che ha tenuto testa a così tanti uomini, di questi tempi fa tenerezza. Una donna con le palle di questi tempi fa sorridere.















