 donne, cibo, elefanti o automobili alla moda, aveva una sola passione: dichiarare guerra a Roma. Guardava oltre il mare del Ponto e pensava all'arrivo a Roma nelle spire della gloria, sognava di dormire con il tevere, pensava di parlare con Enea o addirittura di essere immune ai veleni di questo mondo più che fisico. Non c'era momento propizio per non dichiarare una non-guerra a Roma. Ogni istante era buono per attaccare una milizia imbattibile. Non c'era minuto che Mitridate non pensasse di usare per combattere Roma. E dopo la prima, la seconda e anche la terza cocente perdita, non mancava di riprovarci, di ritentare. Ci sono solo fallimenti migliori. Ci sono gioie, ma non servono per diventare perfetti. Ci sono guerre, ci sono sconfitte e Mitridate pensava solo a quelle. All'elmo scalfito, alla cicatrice, i segni indelebili della perfezione, dell'infinito. Mitridate è un modello da seguire, è la sconfitta fatta uomo. Mitridate aveva inteso che battendo Roma lui sarebbe finito, non in quanto uomo, ma in quanto figura. Il Mitridate-sostanza doveva perdere per esistere. Arrivato a Roma si sarebbe fermato è questo non sarebbe stato corretto verso il Mitridare-forma. Mitridate si rese conto che le vittorie non esistono, le certezze non superano i Dardanelli. Le sconfitte sono la vera sorgente, dove abbeverarsi. Si dice che Pompeo l'abbia trovato morto, pugnalato mentre i membri della sua famiglia erano rimasti avvelenati. Che fine ha fatto Mitridate? E' all'inferno. Ma è felice di poter dichiarare guerra al Paradiso.
donne, cibo, elefanti o automobili alla moda, aveva una sola passione: dichiarare guerra a Roma. Guardava oltre il mare del Ponto e pensava all'arrivo a Roma nelle spire della gloria, sognava di dormire con il tevere, pensava di parlare con Enea o addirittura di essere immune ai veleni di questo mondo più che fisico. Non c'era momento propizio per non dichiarare una non-guerra a Roma. Ogni istante era buono per attaccare una milizia imbattibile. Non c'era minuto che Mitridate non pensasse di usare per combattere Roma. E dopo la prima, la seconda e anche la terza cocente perdita, non mancava di riprovarci, di ritentare. Ci sono solo fallimenti migliori. Ci sono gioie, ma non servono per diventare perfetti. Ci sono guerre, ci sono sconfitte e Mitridate pensava solo a quelle. All'elmo scalfito, alla cicatrice, i segni indelebili della perfezione, dell'infinito. Mitridate è un modello da seguire, è la sconfitta fatta uomo. Mitridate aveva inteso che battendo Roma lui sarebbe finito, non in quanto uomo, ma in quanto figura. Il Mitridate-sostanza doveva perdere per esistere. Arrivato a Roma si sarebbe fermato è questo non sarebbe stato corretto verso il Mitridare-forma. Mitridate si rese conto che le vittorie non esistono, le certezze non superano i Dardanelli. Le sconfitte sono la vera sorgente, dove abbeverarsi. Si dice che Pompeo l'abbia trovato morto, pugnalato mentre i membri della sua famiglia erano rimasti avvelenati. Che fine ha fatto Mitridate? E' all'inferno. Ma è felice di poter dichiarare guerra al Paradiso.
quando il mare ti scrive le parole.
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tu fermo ad aspettare di parlare. Con le stelle che ti cadono in testa. i 
pugni si stringono in tasca. La notte ti accoglie come niente nel vento di 
ponent...
12 anni fa
 
Nicola, mamma quanto scrivi!?
RispondiEliminaAnch'io mi sono fatta il blog ma è un pò più vuoto... Non ho molta inventiva ultimamente.
Facci un salto se vuoi.
:)