giovedì 14 maggio 2009

C'è posta per te.

"Ti darò una piccola regola per valutare i tuoi progressi e per renderti conto di avere ormai raggiunto la perfezione: possiederai il tuo bene quando capirai che gli uomini considerati felici sono in realtà i più infelici. Stammi bene ." Seneca. (Fine delle Lettere Morali a Lucilio)


Mi narrerò la storia di Lucilio, il leggendario destinatario delle epistole morali dell'iberico Seneca.
Lucilio non era ricco, tentava la carriera politica e scriveva anche qualche poesia però senza alcun tipo di successo, visto che era annoiato e pieno di lettere, seguiva il precetti di Seneca alla bene e meglio. Aveva una casa in campagna ed un carretto con cui portava il grano al mercato. Ora, essendo un povero uomo e volendo seguire gli insegnamenti del vecchiaccio spagnolo
: Ducunt volentem fata, nolentem trahunt «Il destino guida chi lo accetta, e trascina chi è riluttante», Lucilio prese il suo cane e lo mise accanto all'unico cavallo che trainava il carretto e passava il tempo a fissarlo mentre seguiva il tragitto verso il mercato. Il guaio era che l'esperimento era fatto male perchè il cane essendo di fronte al carretto non poteva che seguire necessariamente la marcia del carro, non volendo rischiare di lasciarci la pelle sotto una ruota. Lucilio ingenuo però, rimaneva meravigliato da come la realtà riflettesse le parole del suo maestro. Lucilio era inoltre un cultore dell'apatia. Certi giorni sedeva su una sedia e impassibile osservava il nulla, anzi visto che osservare implica un'azione, Lucilio nullificava il niente. Putroppo la storia di Lucilio è davvero breve, infatti la ragazza, lasciò il nostro eroe, ormai stanca di un ragazzo troppo noioso e di un vecchio iberico probabilmente solo e in cerca di affetto che le aveva intasato la posta con una raccolta di 124 lettere divise in 20 libri di differente estensione (fino alle dimensioni di un trattato). Lucilio, solo e disperato poco tempo dopo, si suicidò. Seneca ne fu felicemente colpito.

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