martedì 6 settembre 2016
lunedì 25 luglio 2016
Vo Nguyen e il nuovo scozzese.
Thomas Peters nacque in Nigeria, ma a 22 anni fu schiavizzato e portato in America. Thomas Peters, non contento della sistemazione, convinse 2999 afroamericani schiavi, durante la guerra di indipendenza americana, a dichiararsi leali alla corona inglese con la promessa d'essere liberati dal Re una volta cessate le ostilità. Purtroppo, nel 1784 venne ratificata la sconfitta della Gran Bretagna nel conflitto a favore degli Stati Uniti. Thomas Jefferson, da delegato per lo stato della Virginia, definì questi 3000 individui: "fuggitivi". In quanto, invece di tornare ai "legittimi proprietari", furono comunque liberati e trasferiti dagli inglesi dal cocente sud-est neo-statunitense nella gelida Nuova Scozia (odierno Canada). Uno di questi neo-scozzesi, Thomas Peters, non contento per la sistemazione, partì per l'Inghilterra cercando di ottenere qualcosa di meglio. Nonostante gli altri 2999 coloni pensassero che Thomas sarebbe stato re-schiavizzato appena sbarcato nel Regno Unito, Peters riuscì non solo ad ottenere delle terre sulla costa dell'Africa occidentale (odierna Sierra Leone), ma si fece anche dare un passaggio. Tornò in Scozia (quella nuova) e convinse diversi nuovi scozzesi a seguirlo nel viaggio trans-continentale. Nel 1792 Thomas arrivò sulla spiaggia della terra promessa, ma non contento della sistemazione, decise di salire fino ad arrivare in cima ad una collina. Lì si fermò. E dove sorge ancora il maestoso "Cotton tree" (un Kapok), Thomas Peters fondò Freetown. Non contento della sistemazione, Thomas Peters, sempre nello stesso anno, sempre a Freetown, si sentì libero anche di morire.
venerdì 8 luglio 2016
Vo Nguyen e la tecnica.
Quando si parla di guerra, spesso si fa cenno alla tecnica. La parola viene dal greco techne =arte, a Quintiliano invece si deve l'aggettivo technicus (maestro di un’arte, specialista), mentre il tutto sembra richiamare un'antica radice indoeuropea, tek = tessere, la stessa da cui derivano parole come testo, tela, testa. Quando si parla di guerra, spesso si fa cenno alla tecnica. Nel 1926 un tecnico, fonda una ditta di telai automatici, mentre nel 1936 il figlio fonda una ditta di automobili. Quando si parla di guerra, spesso si fa cenno alla tecnica. Nel 1987, Gueddafi decide di prendersi il cuore sahariano dell'africa, il Ciad. Come risposta il presidente del Ciad, Habrè, si fa spedire 400 pick-up giapponesi nel mezzo del deserto. Quando si parla di guerra, spesso si fa cenno alla Tecnica. Nonostante l'esercito ciadiano avesse solo un 1/3 dei soldati libici, riuscì a vincere quella che fu poi chiamata la guerra delle toyota. Quando si parla di guerra, ormai si discute solo di "Tecnica". Per la sicurezza nazionale americana la Tecnica è "l'Ak-47 su quattro ruote.". Quando si parla di guerra si sottovaluta il peso delle parole, il nome di questo pick-up armato si deve ad una telefonata in cui si richiedeva una semplice "assistenza tecnica".
venerdì 8 agosto 2014
Vo Nguyen e Il maggiordomo.
C'era una volta un non-re, nella terra dei Franchi del 700, ovvero mille anni prima della rivoluzione dei non-Franchi. Questa non è la storia di un re, ma è la storia di un Maior domus, di un maggiordomo (?), ma non di un maggiordomo, ma del maggiore del palazzo. Forse è importante soffermarsi sui nomi. Questa è la breve storia di Carlo, per i più Carlo Martello (Charles Martel), per altri semplicemente Marcello. Forse non è importante soffermarsi sui nomi. Marcello era il maggiore di Austrasia (come il padre, Pépin), successivamente di Neustria e di Burgundia, di fatto riunì e rafforzò quella che per lui era casa, visto che ne era il "maior". Ma Charles non è famoso per questo, non viene ricordato per aver malmenato generazioni di Sassoni, non viene ricordato per aver barattato i propri re come cereali o di averli scambiati come figurine, viene ricordato per aver vinto una misera battaglia e neanche la guerra contro gli arabi. Un maggiordomo contro una civiltà. Ebbene passò alla storia come il Martello che schiacciò i musulmani, ma Marcello probabilmente ha fatto solo quello che spettava al non-re dei Franchi. In realtà 15 anni prima, un Re (non proprio), un Leone (il terzo), il Re Leone 3 ad oriente umiliava la flotta musulmana, affievolendo ogni pretesa araba ad occidente. Purtroppo il Basileus (il re dei re) Leone è passato alla storia come un paranoico iconoclasta. Ma di fatto in questa storia, come in ogni altra storia a vincere non è mai il Re. Alla storia piace pensare che a proteggerci sia stato Carlo Martello, un semplice maggiordomo. A me piace pensare che a difendermi sia stato Marcello (Martel Charles), un semplice. Alla fine è importante soffermarsi sui nomi. sabato 10 maggio 2014
Marcelli
martedì 20 marzo 2012
Vo nguyen e le 2 fave.
mercoledì 22 febbraio 2012
Vo Nguyen e Cavalli e Muli.
Gli rimasero solo un cavallo e mulo. Il cavallo lo chiamò: cavallo, mentre il mulo: cavalla. Vo, nutriva un desiderio irrefrenabile di riprendersi. Pensando al futuro, alla famiglia, a un gioco manageriale di calcio per il 2013. Prese le bestie e le fece accoppiare per 18 mesi, con magri risultati. Il 18° mese, capì che c'era qualcosa di sbagliato. Il corredo cromosomico della cavalla? No, l'entusiasmo. Vo, Inseminatore artificioso. Non si sa che fine fece Vo, i figli non vollero continuare l'attività di famiglia. Sterile lui e il suo seme. Il cavallo e la cavalla sono ancora là in una fattoria abbandonata. Fra il niente. Arido tutto? E no.
Che differenza c'è fra un mulo e un cavallo?
Bisogna accettare la sterilità, come una benedizione divina(?). Il più prolifico dono del creato (?). Il messaggio, il dovere attraverso cui possiamo, dobbiamo vivere il presente: quello che ci appartiene. Sapendo che il futuro è solo artificioso. Come Vo. La vera nota dolente è il fatto che il cavallo e la cavalla non avranno prole a cui insegnarlo. Peccato.
domenica 27 novembre 2011
Vo Nguyen e l'avvoltoio.
tutti uguali. Il contadino ebbe un bimbo, un giorno, allora l'avvoltoio si avvicinò alla finestra del nascituro. La moglie del contadino, chiese cosa volesse. L'avvoltoio fece un gesto di stizza alla donna e rapido si avvicinò alla culla. Tutto quello che di mamma c'era nella figura femminile si concentrò in una scopa metallica veementemente scagliata contro il pennuto. L'avvoltoio ancor più rapido si spostò sulla scrivaia, prese un penna dal suo carenaggio aviario e scrisse sul muro: "E' tardi". Uscì dalla finestra e tornò dal contadino. "Sono tornato" disse il pennunto "dopo 20 anni. Il terreno è pronto. Il tuo sudore è mio." Il contadino prese il piccone e lo conficco nella fronte dell'avvoltoio. L'avvoltoio morente riuscì a ripetere:"E' tardi". Presto, dei corvi come assatanati, mangiarono per intero la carcassa dell'avvoltoio, non lasciando nemmeno un piuma. Poche ore più tardi un altro avvoltoio, più giovane tornò a veleggiare nella troposfera dedicata alla fattoria dell'agricultore. Il contadino preoccupato si arroccò nell'edificio, lasciò che la moglie con un'armatura 400esca si occupasse delle vettovaglie. altri 10 anni passarono. e 10 ancora. L'uomo morì, l'avvoltoio invecchiato si accasciò sull'uscio della porta. Il figlio così uscì e potè vedere l'avvoltoio esanime. L'uccello gli chiese di porre fine alle proprie sofferenze. Il ragazzo acconsentì e lo trafisse con un piccone nel petto. A seguire, corvi assatanati e in cielo un nuovo avvoltoio. Il pennuto novello uccise finalmente il figlio del fattore. Detto questo, l'avvoltoio contento tornò negli inferi. La moglie con l'armatura andò finalmente a Copacabana, sogno di una vita.
lunedì 31 ottobre 2011
Von Nguyen e le catene.
motorizzazione rinunciò a rilasciare altre patenti, viste le persistenti scomparse. Tutti comprarono una bicicletta. Le automobili finirono in grossi cimiteri. Qualcuno mise in giro la voce che i Koala producessero metano, gli USA occuparono Perth e erano in procinto di assediare Canberra. Qualcuno si mise a correre e non tornò mai più. La televisione smise di trasmettere, visto che gli introiti pubblicitari dalle case automobilistiche erano esauriti. Vo, rimase l'unico patentato. La polizia a piedi chiese come facesse ad avere ancora la patente. Vo li portò in una camera della sua piccola casa e gli fece vedere un enorme schedario. Le guardie sconcertate spararono un colpo in testa all'asiatico e gettarono le patenti per le strade, così che ognuno potesse riprenderle. Ma i bimbi non sapendo a cosa servissero le usavano come delle figurine da scambiare. Così le guardie sparono a tutti i bimbi, la pozza di sangue infante, non richiamò nessun media, visto che le televisioni avevano chiuso. Non richiamò nessun passante. Ben presto non avendo nessuna automobile da fermare per strada, finendo le rapine in banca perchè non c'erano piu macchine con cui fuggire, non essendoci più incidenti, semafori, ritardi, fretta. Le guardie persero il lavoro. Si spararo anche loro. La ruota ci ha cambiato. Almeno questo ci dice il sussidiario. Un giorno spezzeremo delle catene formato tessera.
venerdì 12 agosto 2011
Anonima.
domenica 19 giugno 2011
Deshawn Stevenson.

Deshawn stevenson, era andato a caccia quel giorno. Un'ecatombe di pennuti, quindi prese la gru più paffuta e meno pennuta e la diede al suo cuoco. Chichibio, che era il cuoco di Deshawn, preparò un pranzo con i fiocchi, tanto buono che l'odore della gru cotta saturava l'aria del cortile adiacente alla cucina, sta di fatto che lì vicino se ne stava sdraiata al sole di maggio la bella Brunetta. Brunetta si avvicinò alla finestra della stanza del cuoco chichibio e chiese una coscia della gru al cuoco. Chichibio sa che questo potrebbe far arrabbiare il padrone, ma dopo un breve litigio Brunetta vince portandosi via la coscia. Il cuoco a questo punto serve la gru con una zampa sola al padrone Deshawn Stevenson. Il padrone appena vide l'uccello menomato, chiese spiegazioni al giovine e quello prontamente risponse che le gru hanno una gamba sola. Il padrone, stizzito il giorno seguente porta il cuoco a caccia con sè. Chichibio, vede un paio di gru e conferma quanto detto la sera prima, dunque il padrone lancia un urlo talmente forte da far estroflettere le zampe ai pennuti e da farli scappare via. A quel punto Chichibio rispose che se il signor Deshawn avesse urlato allo stesso modo all'altra gru, quella cucinata il giorno prima, anch'essa avrebbe tirato fuori la seconda zampa. A quel punto Deshawn, fece inginocchiare Chichibio e gli sparò in bocca, poi pisciò sul cadavere e lo diede in pasto ai coccodrilli dell'Arno. Face impalare Brunetta, che prima di morire disse:"siete
venerdì 6 maggio 2011
Vo Nguyen e la strega.
a totalmente costituita da dolciumi. Bacchette di zucchero e girelle. Mattoncini di cioccolato e sacher porte. Vo Nguyen diede un morso ad una finestra, allora uscì fuori dalla casetta una strega. La strega prese Nguyen e lo infilò in una gabbia, decisa a farlo diventare il suo pasto, ma trovandolo troppo minuto, lo mise all'ingrasso. Nguyen stette lì per 15 anni. La strega intanto si era trovata un aiutante cuoco. L'aiutante chiese alla megera cosa stesse facendo quel tizio in una gabbia. La fattucchiera non fiatò, allora l'aiutante non sopportando queste angherie liberò il piccolo Nguyen. I due presero la maglia autografata di Burruchaga della strega e tornarono a Saigon. La strega allora per punire i due, mandò prima i giapponesi, poi i francesi, poi un pò vietnam del sud, di nuovo dei francesi, intanto la cambogia, poi gli stati uniti. Non si risparmiò le locuste, il napalm, la miopia e della diarrea che non fa mai male. Ma nulla potè fermare quei due piccoli tizi. Nguyen, fra le bandiere cerca ancora tappini, ma non beve i succhi di frutta. Così come è giusto che sia, la superficie al di sopra del profondo, che ha finito il suo corso, come tutte le cose del resto. La forma e non la sostanza, come è giusto che sia. Il barocco che abbatte il classicismo. Il cuoco e il suo aiutante. Il tappino a loro. Il succo a noi, basta.
mercoledì 27 aprile 2011
Io ti salverò.
su un altro mondo. C'erano su questo mondo dentro un altro mondo, persone uguali a noi, solo dentro un altro mondo. Questo mondo era simile al nostro, solo che era meglio, ma non perchè era dentro un altro mondo, no. Era meglio, non perchè c'era gente più bella. Era meglio, perchè la gente era piccola. Piccole ciabatte, piccole forbici, piccoli occhi, piccoli leucociti, piccoli bimbi, piccoli adulti, piccole ambizioni, piccole cilindrate, piccoli dettagli dentro un altro mondo. Questo mondo era fantastico, tanto bello che il mondo più grande che accoglieva il mondo piccolo, voleva diventare come lui. Prenderne addirittura il posto. Un giorno si videro. Il mondo piccolo aveva già intuito il progetto del mondo grande. Cazzo, la vedi sul volto di un tizio. Cosa? L'invidia. Il mondo grande si avvicinò al mondo piccolo e chiese qual è il segreto per diventare un bel mondo. Il mondo piccolo non proferì parola. Muto, se ne andò. Il mondo grande si sentì piccolo per un momento. Quel momento, rese ancora più piccolo il mondo piccolo. Il mondo grande rivide tempo dopo il mondo piccolo, si avvicinò di nuovo al mondo piccolo e chiese come si facesse ad essere così felici. Il mondo piccolo, voleva dare una risposta al mondo grande, ma non conosceva il motivo. Era piccolo, innocente, ingenuo. Il mondo grande si suicidò poco dopo, portò con sè il mondo piccolo nel paradiso dei mondi. Non aveva delle risposte, anche se le aveva. Come un mondo in un altro mondo. Come come la natura delle cose dentro Lucrezio.
venerdì 24 settembre 2010
I pifferai magici.
situazione scabrosa quanto poco tedesca, tappi per le orecchie e tappi per tappi per le orecchie non affievolivano l'impatto uditivo. Dopo decenni sinfonici, la stanca popolazione di non musicisti decise di porre fine al problema, ingaggiando un topo, offrendongli ovviamente un lauto compenso in compenso. Il topo portò i pifferai in riva al fiume e questi come da aspettative nuotarono fino al porto di Southampton dove aprirono un'industria tessile per quella sorta di bretelle tensorie per le salopette. Il ratto tornò nella cittadina per il denaro, ma la popolazione pensò bene di non pagare il roditore anche se avesse scacciato i disturbatori. Il roditore pensò bene di comprarsi una salopette e successivamente di vendicarsi per il torto subito. Ingaggiò JeanPaul Sartre, appena uscito dal partito comunista francese, per rapire tutte le donne sabine del paese. In bassa Sassonia non succedono queste cose, infatti l'adoro. In alta sassonia invece, Sartre portò tutte le donne dal topo. Il ratto prese le donne e le decapitò, uccise anche il fratello e fondò una città, ma questa è un'altra storia. Nel giro di qualche generazione la popolazione in accordo con qualsiasi fitness proliferativo azzerato dalle azioni roditoriali, scomparve dalla faccia della bassa Sassonia. Il topo reiscrisse Sartre al partito comunista francese a sua insaputa, cioè all'insaputa di Sartre. Ma Sartre lo venne a sapere e ne uscì reattivamente.
mercoledì 21 luglio 2010
Satana e la lampada magica.
lunedì 21 giugno 2010
Cappuccetto Grosso.
della pentecoste decise di mandare i figli dalla nonna lupa per spartire i soldi della partita di cocaina venduta. C'è crisi, anche per la fauna del Marchesato e chi è che non arrotonda con la polvere? La lupa diede un pacco di soldi ai cuccioli, qualche grammo di bamba per il viaggio coadiuvato da un sano avvertimento:"attenti alla bambina che si addentra nel bosco! ". I due bambini ci sapevano fare con il bicarbonato, infatti la lupa non ci pensava due volte a liberarsene, stava crescendo due lupi nella tana del lupo. Insomma questi due bambini, dopo un tiro si addentrarono nel bosco. Cappuccetto, era un enorme bestia con la testa di una bambina, il corpo di una bambina, un braccio di una bambina, l'altro braccio di una bambina, il bacino di una bambina, l'apparato endocrino di una bertuccia modificata geneticamente per ingerire quantità industriali di goleador alla liquirizia senza necessariamente andare incontro alla chetoacidosi diabetica e gli arti inferiori di una bambina. Questo mostro degenere quando finiva le scorte di goleador, si nutriva di bambini fatti di coca. Comunque i bambini alla fine riescono a portare i soldi alla nonna e vissero tutti felici e contenti. Il mostro comprò tutte le serie di Xena la principessa guerriera e si trovò su ebay un apparato endocrino di bambina. La morale della favola qual è? Che il lupo perde il pelo ma non il vizio di tirare coca.venerdì 11 giugno 2010
Istruzioni per la caldaia e per citare Manzoni.
Dio dopo aver finito di programmare la visuale 3D di Football Manager 2014, decise di farsi una passeggiata per il paradiso. Devo ammettere che l'attenuazione della biosintesi del Triptofano mi ha confermato la presenza di qualche figura superiore, perchè non posso fidarmi delle teorie di un
dannato inglese arenato su un isolotto a largo delle coste del Perù, sinceramente un dannato lemure autodeterminatosi non può farsi un profilo su Twitter, quindi mi affido ad uno zio che ha un attico su in centro da cui gestisce infiniti terabyte di galassia. Che poi le mie sono rassicurazioni. Dei confini netti su cui sdraiarsi, c'è chi vuole un oceano, chi si accontenta del Mar Caspio. Che Caspio. Dio, che non è veramente mio zio, era stranamente vispo in quei giorni, dopo qualche passo nel suo paradiso notò un ragazzotto con una corda appesa ad una nuvola. L'onnipotente incuriosito, si avvicinò al giovine e quasi preoccupato chiese cosa stesse combinando. Il ragazzo fece finta di non vederlo e terminò il cappio pendente dalla nuvola. Dio incominciò a girargli intorno e fece vedere chiaramente lo splancnocranio, ma il ragazzo non ne voleva saperne di interloquire con l'onnipresente, allora il Signore tuonò:"Dove hai preso quella corda? Che hai intenzione di fare?". Il ragazzo si sistemò la corda intorno al capo e rispose:"Voglio andare in paradiso". Il ragazzo morì, Dio poi disse in giro che era scappato in Olanda con Egidio. Sconfortato, Dio prese una calibro 9 e si sparò in bocca. Pietro gli aprì il portone poco dopo.
sabato 24 aprile 2010
Pigmalione
Satana dopo aver rotto con Milton decise di redimersi. Prese coda e bagagli e mosse verso le porte del paradiso, con l'aiuto di Google Earth. San Pietro stava contando di voti della gazzetta con San Tommaso, quando vide proprio il demonio avvicinarsi e disse:"Satana, dove credi di andare?". Satana si inginocchiò e chiese in lacrime di poter entrare in paradiso. San Pietro guardò San Tommaso e rispose:"Scommetto di poter far diventare il demonio, un'anima raffinata e pia." San Tommaso scoppiò a ridere e tuonò:"Giovanni 20:25". A quel punto San Pietro mosso da pietà e voglia di salvare un'anima decise di provarci e di tentare di far passare il Diavolo per uno spirito buono. Massimi esperti in comportamento e costume, Sant'Ignazio e/o il cardinale Bellarmino tentarono disperatamente di far vincere la scommessa al Pietro per antonomasia, dopo mille difficoltà e sacrifici il Diavolo fu tramutato in una brava persona. San Pietro lo prese e lo portò davanti a Dio. Satana chiese se potesse entrare nei regno dei cieli e Dio accolse in un primo momento la sua supplica. Satana visse in paradiso per molte unità temporali non contemplate dal Sistema Internazionale, fra preghiere, feste e chinotto a fiumi, annegando nella misericordia. Però, un giorno Dio si avvicinò a Satana e disse:"Mi sembri proprio un bel figuro" Il Diavolo lo ringraziò per il gentile commento, ma fu subito incalzato dall'onnipotente, che continuò:"Forse per una persona così, ho un compito più faticoso da far intraprendere. Ho bisogno di qualcuno che accolga nella propria casa, la peggior specie di anime, criminali, stupratori, ladri. Che non metta giudizio su che razza di gente entra nella propria dimora ma che sappia comunque accettarla per quella che è. Una persona di cuore, che viva nell'ombra, circondata da truffatori e falsari, sottoterra, fra sudore e lava bollente. Saresti capace di adempiere ad un compito che nemmeno Dio ha il coraggio di farsi carico?" San pietro mise la mano destra sulla fronte, poi prese con la sinistra 10 euro e li diede a San Tommaso. Satana crollò in terra e si mise a piangere. Dio, lo guardò sconvolto e concluse:"Bastava dire no senza fare 'ste scenate, cercheremo qualcun'altro, Dannazione. Pietro, ma che hai fatto a fantacalcio?"
domenica 14 marzo 2010
Concilio Vaticano III in HD.
No, mi vergogno. E quando mia nonna mi insegnava a fare il segno della croce con la mano giusta e quando mi mettevo il naso sotto la maglietta perchè non ne potevo più di tutto quell'odore acceso di incenso e quell'umidità sacra e quell'atmosfera di penitenza scomparsa anche a scuola. Mi piaceva la repressione, ti insegnavano il senso del pudore, che a distanza di anni mi sembrava fosse innato. E incomincia una nuova storiaccia: in una chiesetta vicino Tufolo, vi era un parroco cattolico, non vi so dire che necessità avesse Crotone di possedere un altro sacerdote, ma c'era e non aggiungo altro. Il piccolo Timmy frequentava il catechismo della parrocchia insieme ad altri 6 bambini. Il Parroco James, adorava Timmy, era il suo discente preferito, un contenitore di nozioni sacre. Intelligente, sincero e anche ingenuo. Ah, che bella amicizia era nata nel vecchia e cara Italia. Quel Marchesato austero, sacro e arido. Il piccolo innocente Timmy aveva sempre qualche commento e/o tagliente spunto sulle sacre scritture che nostro signore ci ha donato e il parroco James non perdeva un secondo per lusingare, ma anche esaltare l'arguzia, la sincerità e l'intelligenza del piccolo, grande Timmy. Qualcuno vedeva del male in questa piccola quanto profilica amicizia. Sì, perchè è così che vanno le cose, quel range temporale che li ha sempre divisi ossessivamente consuma i dibattimenti didattici, quella chiarezza intellettuale nata da due opposti. Non c'era spazio nella seriosa Calabria per un ribelle come il signor James e il piccolo Timmy. Così finì questa piccola storia. Il parroco James irruppè nella sagrestia, la suora di turno tacque e il Parroco nervoso e inumidito dal sudore esordì con:"Suor Melody, ho bisogno di confidare dure parole al piccolo Timmy, ma non in questa sede." Suor Melody si prese il dito e lo indicò verso Timmy poi rispose al Parroco:"Spero che sia davvero importante" Il parroco James, prese il piccolo per il braccio e subito mosse verso un angolo dell'edificio più silenzioso, ma comunque appartato. Timmy era turbato, non credeva ai suoi occhi nella sua piccola mente ancora illibata scorrevano queste profetiche parole: "le voci. Ah, le voci avevano ragione, mai negare quei pensieri innocenti della propria gente". Il parroco James vide il piccolo Timmy nervoso e lo scosse, poi con un sorriso disse:"Oi Timmy, va dicci ara mamma ca vegn a manciar tard."
sabato 27 febbraio 2010
Cesare Lombroso.
