
Nel periodo estivo Marcello si muoveva verso il paese della nonnina. Lì, era solito frequentare il baretto. La cittadina si poteva permettere un solo Bar. Non era una legge, ma anche il buon senso a volte detta delle regole. Marcello con in mano il "Panigranu" beveva dalla fontana della piazzetta e ascoltava i discorsi dei vecchietti alle panchine."Ho Sete""E vatti a comprare na bottiglia d'acqua" "E l'acqua della fontana?" "No. Sa Brutta!". Marcello spensierato e dissetato, rimase colpito dall'entrata del Bar. Osservava. Sorrisi messi in bocca a lavoratori stanchi. Lacrime poste in occhi ormai soli. Tavolini desiderosi di giocatori che occupavano lo spiazzo adiacente al bar. Gli anni feroci in mano al tempo avevano decimato l'esercito di sportivi da sedia. Si sentivano ancora le bestemmie e l'amore per il gioco ma nessuna anima a farne da prova.Marcello vide dall'altra parte della strada due signori mentre giocavano a solitario. Marcello era incuriosito dal fatto che il solitario si potesse fare in due. Si avvicinò ad uno dei giocatori e chiese:"Ma l'acqua della fontana è buona?" "No. Non sa bella" "E sentite. Potrei giocare anche io a solitario?" "No. Non si può giocare in tre! E' solitario!". Marcello da quel momento si era reso conto che l'acqua della fontana non era buona o per lo meno non sapeva buona.
Note:
[n] La concezione di regole sa brutta. I teoremi fondamentali sanno brutti. Come il continuo e ripetitivo ricorso alla tesi eraclitea. Se tutto sapesse brutto, come cazzo dovremmo comportarci? Marcello anche se è alto, non ha proprie regole su un semplice gioco. Segue come tutti un luogo comune. Una malsana legge che in realtà non esiste. Le regole possiamo non porcele soprattutto se sanno brutte.
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