
Vità tranquilla nella campagna tedesca, birrozza, giardinetto col  cagnolino, wurstel e crauti per stare in forma, ma a parte gli scherzi una  simpatica panziceddra che dopotutto non stride nel quadro armonico ed  equilibrato della vita della Signora Auguste. La Signora Auguste era una donna  ordinata, molti pensano che in una descrizione non possa bastare un misero  aggettivo per descrivere la figura di una persona, figuriamoci la sua stessa  esistenza, ma in questo caso è necessario farcelo bastare e tenerlo soprattutto  a mente perchè non è un aggettivo semplice nè tanto facile da ricordare...
 La Signora Auguste, Auguste non è il suo cognome ma bensi il suo nome, un  nome per così dire mascolino a detta di molti, ma alla fine se sei una dannata  tedesca, cosa ti importa di come ti vede la gente?O come ti immagina? O come ti  ricorda..
 La Signora Auguste era machiavellicamente pignola, una macchina da  archivio, un maledetto orologio tarato a Zurigo, si sentiva in dovere di  ricordare, anche se sapeva bene che alla fine non è che un diritto, il ricordo,  supplichiamo altri orecchi, altri occhi di immagazzinare informazioni sulla  nostra vita, tentiamo di imprimerci in altre esistenze. Il marito Karl Deter era  un ferroviere, un inguaribile viaggiatore, curioso sì, ma pur sempre tedesco,  per ogni viaggio che compieva comprava delle matite, temperate nel punto giusto  e sua moglie le adorava, le collezionava, le curava, non erano che matite utili  per scrivere ma lei non le usava, per lei erano ricordi, imperturbabili attimi  dell'iter vitae del signor Deter.
 La Signora Auguste però era consapevole che delle stesse pagine non  rimangono che dei caratteri impressi su carta e delle matite non ne rimane che  il ricordo. La Signora Auguste come del resto il marito discendeva da una  famiglia di aiatanti Bavaresi, era una donna alta e robusta, ma cadde  purtroppo lo stesso in malattia, fu affidata per caso ad un dottore giovane  forse burbero, ma molto promettente all'epoca, un certo Dottor Alois Alzheimer.  Ironia della sorte tutti si ricordano del Medico, ma il ricordo di lei non è  andato che perduto...
 Forse ho ricordato fin troppe volte il nome della Signora Auguste, ma credo  fermamente che il ricordo non sia solo un diritto ma anche necessariamente un  dovere.
 
Nessun commento:
Posta un commento