martedì 20 marzo 2012

Vo nguyen e le 2 fave.

2 Piccioni stavano facendo un brunch. Mentre uno dei due sorseggiava la propria minestra, cadde una fava per terra. Questa fava come posseduta attraversò il terreno. Di colpo crebbe una pianta che superò il grattacielo più alto della città fino ad attraversare come posseduta, il cielo.I 2 piccioni rimasero sbalorditi dall'evento. Lasciarono il cibo sul tavolo. Si misero a scalare, anche se sapevano come si volasse. E salirono, salirono cercando di vedere la cima della pianta. Ma non vi riuscirono mai. Era comunque inutile, visto che in cima alla pianta c'era il paradiso dei piccioni. Morirono dalla fatica. E a quel punto volarono in cielo, anche se sapevano come si scalasse. Un senso, una morale questa storia non la ha, ma questo è l'unico modo per avere due piccioni con una favola.

mercoledì 22 febbraio 2012

Vo Nguyen e Cavalli e Muli.

Vo, in quel tempo era allevatore. Dopo una decade, un'ottima morìa fece cadere in disgrazia l'attività. Gli rimasero solo un cavallo e mulo. Il cavallo lo chiamò: cavallo, mentre il mulo: cavalla. Vo, nutriva un desiderio irrefrenabile di riprendersi. Pensando al futuro, alla famiglia, a un gioco manageriale di calcio per il 2013. Prese le bestie e le fece accoppiare per 18 mesi, con magri risultati. Il 18° mese, capì che c'era qualcosa di sbagliato. Il corredo cromosomico della cavalla? No, l'entusiasmo. Vo, Inseminatore artificioso. 

Non si sa che fine fece Vo, i figli non vollero continuare l'attività di famiglia. Sterile lui e il suo seme. Il cavallo e la cavalla sono ancora là in una fattoria abbandonata. Fra il niente. Arido tutto? E no. 

Che differenza c'è fra un mulo e un cavallo? 

Bisogna accettare la sterilità, come una benedizione divina(?). Il più prolifico dono del creato (?). Il messaggio, il dovere attraverso cui possiamo, dobbiamo vivere il presente: quello che ci appartiene. Sapendo che il futuro è solo artificioso. Come Vo. La vera nota dolente è il fatto che il cavallo e la cavalla non avranno prole a cui insegnarlo. Peccato.