venerdì 8 agosto 2014

Vo Nguyen e Il maggiordomo.

C'era una volta un non-re, nella terra dei Franchi del 700, ovvero mille anni prima della rivoluzione dei non-Franchi. Questa non è la storia di un re, ma è la storia di un Maior domus, di un maggiordomo (?), ma non di un maggiordomo, ma del maggiore del palazzo. Forse è importante soffermarsi sui nomi. Questa è la breve storia di Carlo, per i più Carlo Martello (Charles Martel), per altri semplicemente Marcello. Forse non è importante soffermarsi sui nomi. Marcello era il maggiore di Austrasia (come il padre, Pépin), successivamente di Neustria e di Burgundia, di fatto riunì e rafforzò quella che per lui era casa, visto che ne era il "maior". Ma Charles non è famoso per questo, non viene ricordato per aver malmenato generazioni di Sassoni, non viene ricordato per aver barattato i propri re come cereali o di averli scambiati come figurine, viene ricordato per aver vinto una misera battaglia e neanche la guerra contro gli arabi. Un maggiordomo contro una civiltà. Ebbene passò alla storia come il Martello che schiacciò i musulmani, ma Marcello probabilmente ha fatto solo quello che spettava al non-re dei Franchi. In realtà 15 anni prima, un Re (non proprio), un Leone (il terzo), il Re Leone 3 ad oriente umiliava la flotta musulmana, affievolendo ogni pretesa araba ad occidente. Purtroppo il Basileus (il re dei re) Leone è passato alla storia come un paranoico iconoclasta. Ma di fatto in questa storia, come in ogni altra storia a vincere non è mai il Re. Alla storia piace pensare che a proteggerci sia stato Carlo Martello, un semplice maggiordomo. A me piace pensare che a difendermi sia stato Marcello (Martel Charles), un semplice. Alla fine è importante soffermarsi sui nomi. 

sabato 10 maggio 2014

Marcelli


Marcello porta con un sè un nome poco comune, a dir poco unico. Infatti non ha mai avuto il piacere di incontrare un altro Marcello. Se spesso il mal di vivere si incontra, un Marcello è difficile scovarlo. Era ormai l'alba, Zio Pino sostava sugli scogli e pazientemente attendeva l'arrivo di un bel pesce. Era uno di quegli individui che apprezzano pienamente l’attesa, devo dire che in quell’era non era facile trovare gente paziente. Zio Pino era appellato così, ma in realtà non era Zio di nessuno e in realtà non si chiamava neanche Pino. La sua generosità però, spingeva chiunque a pretendere un grado di parentela. Si preparava psicologicamente alla caccia ittica la sera prima, era metodico, niente sveglia, il corpo sapeva quando muoversi. Era un pescatore nato. Era però, un pescatore atipico. A differenza di altre persone che pescavano uomini o altri animali del creato, Pino non pescava niente, ironia della sorte erano gli altri che pescavano lui. Soleva osservare gli altri pescatori, se bisognava avere una pazienza sterminata per pescare, bisognava averne ancora di più per guardare qualcuno pescare. Pino è forse la figura più influente nell'esistenza di Marcello. Pino è sempre stato il Mecenate di Marcello, la cultura popolare, la strada. Pino era la notte di Marcello. Un accanito fumatore, tendeva a consumare la sua anima per far nascere nell'alba, Marcello, il primo raggio di un arco di vita solare e interminabile. Prima dell'arrivo della luce, scrutava il mare, non sopportava il Sole, infatti tornava a casa appena i primi i raggi incidevano i granelli della spiaggia adiacente alla scogliera. Mentre Marcello si svegliava nel pieno della mattinata, Pino si dava da fare con la motoretta ingolfata. Meccanismi mattutini coincidenti. Mentre Marcello alzava la serranda della finestra, Zio Pino chiudeva il pacchetto dopo essersi logorato con l'ennesima sigaretta. Bipolarismo Empedocleo ai massimi storici. Marcello si vestiva in fretta, faceva colazione, era già in ritardo per andare a scuola. Pino era in sella al suo bolide ed era diretto a casa del mio personaggio. Ma come ogni mattina arrivato lì, Marcello non c'era più, era già scappato a scuola. Sul viso di Pino c'erano i segni del Dispiacere, ma anche di Fiducia. Se c'era una cosa che sapeva fare era aspettare. C'è chi ancora si chiede quale sia il vero nome di Pino. Beh, sta di fatto che due Marcelli non si incontrano mai. Non rette. Anelli, che non si toccano, ma uniti in una catena indissolubile.